La Masseria Dirupo riemerge dalla storia locale

Quando ci si avvicina alla storia locale emergono, come da un passato cristallizzato, nomi, vicende, intrecci e spiegazioni che danno senso sia a noi sia alla storia con la «s» maiuscola.

Scartabellando fra testi e atti notarili di un piccolo centro come Noci, si resta affascinati e si dipana un velo che dà spiegazioni insperate sul perché quegli abitanti sono diversi da quelli di un altro centro distante anche pochi chilometri.

Queste sono le sensazioni che si liberano leggendo le «Conferenze Istoriche» di Pietro Gioja che, per primo, alla fine dell’800 si prese cura di realizzare.

Ovviamente non staremo qui a fare un sunto del suo notevole lavoro, ma l’amore per la natura è una sensazione che vogliamo comunicare, che poi è ancora viva fra gli abitanti di questa deliziosa cittadina di circa 20mila abitanti, fra i comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Gioia del Colle, Mottola (TA), Putignano in provincia di Bari, ad un’altitudine compresa fra i 331 e i 470 metri sul livello del mare.

La storia di questo centro inizia sin dagli albori dell’anno 1000 ma è con il 1150, passando il regno di Napoli ai Normanni, che comincia ad apprezzarsi per l’amenità del luogo e per la ricchezza di boschi, tanto da spingere Guglielmo detto il Malo, principe di Taranto ad un’accurata visita.

Pietro Gioja

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Conferenze Istoriche

«E perciò – scrive il Gioja nella quarta conferenza – quando ancor presso noi la mano dell’agricoltore non denudava la terra dei suoi giganteschi prodotti, quando il battito della scure non rintuonava tra i più cupi burroni delle nostre valli, quando e daini e cervi e cinghiali trovavano in quelle più sicuro covile, allora sì che richiamo d’amicizia, ritrovo di giocondità eran dessi i boschi di Noci ai più alti cavalieri delle prime città, i quali, componendosi in brigate e prendendo a capi più cospicui personaggi, e talvolta gli stessi sovrani, vi correano festosi ad inebbriarsi dei piaceri delle cacce».

La perdita di molta parte del suo patrimonio boschivo si ebbe intorno alla metà del 1800, quando cominciarono a sorgere esigenze di coltivazione. Nel 1871 iniziò il disboscamento di particelle del bosco Bonelli, il 1885 fu la volta di particelle del bosco Poltri e via via altri.

Una storia che si può leggere attraverso le Masserie, le tracce lasciate sono notevoli ed un filo conduttore unisce la nostra Masseria Dirupo al filo della storia locale.

Nel censimento del 1947, alla masseria Dirupo risultavano 19,13 ettari.

L’eredità storica e ambientale, quindi, sono notevoli, di una cosa si può essere certi: l’amore con cui ci rapportiamo a questo territorio dove sono le nostre radici.